UMILIATI IN DIRETTA TV

Si può anche perdere, si può anche retrocedere, si può anche sbagliare un’annata ma non si può perdere la dignità. Ora basta, questa retrocessione deve essere gestita meglio. La vergogna è andata in scena su Sky Sport 3, 89-51, ben 39 punti di scarto e soprattutto giocatori annichiliti da una formazione neanche tanto forte come il Novipiù di Casale Monferrato. I delfini non sono stati mai in partita e neanche l’esordio del nuovo acquisto, Soloperto (8) è servito a mantenere la furia dei giocatori locali. E’ evidente a questo punto che le responsabilità del coach sono tantissime ma non sia il capro espiatorio di una situazione nella quale le colpe sono anche di altri. A cominciare dalla mancanza del Palazzetto dello Sport a finire alla scadente preparazione atletica. Questa non è una squadra che deve retrocedere in questo modo. Forse il meno responsabile è colui che in settimana si era preso tutte le colpe, Franco Di Sergio. Queste brutte figure non si possono fare nel nome di una città, a questo punto chiamatela diversamente ma non con il nome di Agropoli perchè è vero come è vero che l’anno scorso, Paternoster e Di Sergio fecero i miracoli per portarla in alto anche attraverso il grande lavoro fatto, ma è anche vero che quest’anno troppi errori sono stati compiuti. Senza il palazzetto dello sport, società che ha fatto la guerra alla tifoseria dal primo giorno, coach rimasto indifeso e in balia delle onde blindato solo dal proprio contratto, lo smantellamento di un organico vincente come quello dell’anno scorso, il cambio societario e tanti altri motivi hanno portato a questa situazione. Non sfugga nemmeno un altro aspetto che noi avevamo anteposto quando parlavamo dei successi del Basket Agropoli. La presenza di Ciro Ruggiero e il suo Cilento Basket costituiva lo stimolo giusto e necessario per far crescere il Basket Agropoli, mancato quello è mancato il punto di riferimento. Eppur si poteva anche tirarlo dentro dato che non aveva più intenzione di fare il Cilento Basket, Ciro Ruggiero e non farlo scappare a Napoli dove si sta confrontando in una grandissima piazza con imprenditori partenopei. Il nome di Agropoli non merita di essere infangato in questo modo ne tanto meno si può assistere ad un declino così repentino di una parabola bellissima. Non accettiamo nessuna difesa d’ufficio, ne dai tesserati, ne dai dirigenti, ne dai presidenti onorario o non onorario, ne tanto meno da leccaculo di professione che girano intorno ai cestisti e alla dirigenza. Non si salva nessuno. Fateci il piacere abbiate la decenza di stare zitti e di salvare il salvabile. Sergio Vessicchio

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